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mercoledì 30 marzo 2011

SCRIVO RARAMENTE DI ARGOMENTI FUORCHE' DEL MIO PAESE...MA QUESTA E' PAZZESCA!!!

"Terremoto, ricostruzione perfetta" finta aquilana in tv, bufera su Forum


Figurante reclutata per raccontare il miracolo del governo. Subito smascherata in rete. "Pagata trecento euro per leggere un copione". Protesta il Comune.

Di GIUSEPPE CAPORALE


L'AQUILA - Mediaset manda in onda una finta terremotata pagata 300 euro. Pagata per leggere un copione scritto dagli autori del programma Forum, condotto da Rita Dalla Chiesa su Canale 5. "L'Aquila è ricostruita"; "Ci sono case con giardini e garage"; "La vita è ricominciata"; chi si lamenta "lo fa per mangiare e dormire gratis". Per questo "ringraziamo il presidente..." . "Il governo... ", precisa la conduttrice. Marina Villa, 50 anni, nella trasmissione di venerdì si dichiara "terremotata aquilana e commerciante di abiti da sposa" in separazione dal marito Gualtiero. Ed è lì in tv con il coniuge a discutere della separazione davanti al giudice del tribunale televisivo. Ma è tutto finto: lei non è dell'Aquila, non è commerciante, il vero marito è a casa a Popoli, il paesino abruzzese nel quale la coppia vive: si chiama Antonio Di Prata e con lei gestisce un'agenzia funebre. L'assessore alla Cultura dell'Aquila, Stefania Pezzopane, ha scritto una lettera a Rita Dalla Chiesa: "Nella sua trasmissione, persone che, mi risulta, non hanno nulla a che vedere con L'Aquila, hanno fatto un quadro distorto e assolutamente non veritiero". Quando scoppia la polemica anche su Facebook, non è difficile rintracciare Marina. "Ma che vogliono questi aquilani? Ma lo sanno tutti che è una trasmissione finta". Si dice, la signora Villa, molto sorpresa dalla rabbia dei terremotati: "Ma che pretendono. Io non c'entro nulla. Ho chiesto di partecipare alla trasmissione e quando gli autori hanno saputo che ero abruzzese, mi hanno chiesto di interpretare quel ruolo. Mi hanno spiegato loro quello che avrei dovuto dire". Marina racconta di essere stata pagata: "Mi hanno dato 300 euro. Come agli altri attori. Anche Gualtiero, che nella puntata interpretava mio marito, recitava. Lui è un infermiere di Ortona. Hanno scelto un altro abruzzese per via del dialetto". Ecco il copione di Marina in tv: "Hanno riaperto tutti l'attività. I giovani stanno tornando". Durante il terremoto "sembrava la fine del mondo, non riuscivo a capire se era la guerra, la casa girava. Si sono staccati i termosifoni dal muro". Ora invece è tutto a posto: "Vorrei ringraziare il presidente e il governo perché non ci hanno fatto mancare niente... Tutti hanno le case con i giardini e con i garage, tutti lavorano, le attività stanno riaprendo". Le fa eco la Dalla Chiesa: "Dovete ringraziare anche Bertolaso che ha fatto un grandissimo lavoro". E giù applausi. Mentre Marina aggiunge: "Quello volevo pure dire". "Inizialmente - continua il copione - hanno messo le tendopoli ma subito dopo hanno riconsegnato le case con giardino e garage. Sono rimasti 300-400 che sono ancora negli hotel e gli fa comodo". "Stanno lì a spese dello Stato: mangiano, bevono e non pagano, pure io ci vorrei andare". Ma lei non è dell'Aquila, la notte del 6 aprile 2009 era a casa a Popoli. È stata solo finta terremotata a pagamento per un giorno su Mediaset.

lunedì 28 marzo 2011

LE INIZIATIVE BENEFICHE DE L'UNITALSI



Sabato 2 e domenica 3 aprile 2011 in oltre tremila piazze italiane tornano le piantine d’ulivo per la 10° Giornata Nazionale Unitalsi. “Per te un piccolo gesto, per loro un grande dono” è il claim che accompagna questa iniziativa promossa dall’Unitalsi sull’intero territorio nazionale, al fine di far conoscere l’associazione e le sue attività e, al contempo, per raccogliere fondi per la realizzazione dei numerosi progetti realizzati dall’Unitalsi a favore di chi è nel bisogno.








Anche la sottosezione di Locri sarà presente nelle varie piazze della jonica. Saremo a Roccella in piazza S. Vittorio sabato 2 Aprile dalle 17 in poi e domenica 3 Aprile dalle 10 alle 13 e pomeriggio sempre dalle 17 in poi per vendere, oltre alle piante di ulivo, anche le uova pasquali.






Napolitano riconosce l’Alto Patronato alla Giornata Nazionale UNITALSI




Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha concesso l’Alto Patronato alla decima giornata Nazionale dell’ Unitalsi, in programma sabato 2 e domenica 3 aprile 2011. L’Alto Patronato è riconoscimento formale di natura protocollare con il quale viene manifestato il consenso del Capo dello Stato alle finalità perseguite da iniziative ritenute particolarmente meritevoli. Il riconoscimento in questione, viene conferito ad enti che appaiono meritevoli di particolare considerazione per i compiti e le finalità perseguite, ed esaurisce la sua valenza nell’arco del mandato presidenziale in cui è stato concesso.


A manifestazione conclusa attingo da facebook i ringraziamenti del presidente Unitalsi sottosezione di Locri, Maurizio Villari:



A tutti, GRAZIE. A quanti, in questa Giornata Nazionale Unitalsi, hanno offerto la propria disponibilità per presentare l’associazione nelle tremila piazze italiane: GRAZIE. A quanti hanno accolto la piantina d’ulivo, simbolo di pace e di futuro, nell...a speranza che il domani dell’associazione possa portare sempre frutti copiosi: GRAZIE. A quanti hanno lavorato per garantire alla Giornata Nazionale Unitalsi una ampia visibilità mediatica, in modo da raggiungere una platea ampia di persone: GRAZIE. A quanti hanno scelto di vivere la Giornata Nazionale Unitalsi come una occasione per ribadire il proprio impegno alla missione associativa: GRAZIE. A quanti si sono avvicinati ai nostri gazebo per capire cos’è l’Unitalsi, di cosa si occupa, cosa fa e cosa ancora vuol fare: GRAZIE. Al Presidente della Repubblica, per aver riconosciuto il valore della nostra associazione e del nostro agire, riconoscendo l’Alto Patronato alla Giornata Nazionale Unitalsi: GRAZIE. A tutti, davvero tutti, coloro che hanno reso questa Giornata Nazionale Unitalsi un momento importante ed utile per piantare nuovi semi di carità, che, con l’aiuto della Provvidenza, sapranno arricchire il giardino delle meraviglie di Dio: GRAZIE.

venerdì 25 marzo 2011

Mio cugino Pasqualino....

Gira per il paese, suscitando molta ilarità fra i cittadini, una simpatica parodia che pennella "per le rime" il nostro Consiglio Comunale, riuscendo a fare un quadro reale e pittoresco dell'anomala situazione di bassezza in cui versa la politica roccellese.
Purtroppo questa "poesia" è anonima e quindi non ho la possibilità di pubblicarla.
Naturalmente a chi me ne farà richiesta, gliela invierò in via telematica.

giovedì 24 marzo 2011

PIAZZETTA DI VIA ALDO MORO, ALTRA PICCOLA CATTEDRALE NEL DESERTO!!!

di Claudio Belcastro.

In un tardo pomeriggio della primavera del 2009, in piena campagna elettorale per il rinnovo del Consiglio Comunale, Il Sindaco all’epoca in carica, si avvicinava ad un gruppetto di bambini che giocavano a pallone in piazza S. Vittorio dicendo “ qui non si può giocare ma, stiamo facendo una piazzetta in via Aldo Moro dove potrete giocare in tutta tranquillità. “ Uno dei bambini non sapendo chi fosse rispose “ nui cca volimu u jocamu, no adduvi diciti vui “.
-Hanno vinto i bambini – E’ vero che i lavori erano iniziati e portati a buon punto ma è pur vero che gli stessi sono fermi ormai da quel tempo, forse era una promessa elettorale per la quale si è sperperato danaro pubblico per l’ennesima incompiuta, di fatto, il sito ricoperto ormai di erbacce versa in un totale stato di abbandono.
A tal proposito, sollecitati da numerosi concittadini che vivono in prossimità dell’incompiuta villetta e da tanti che sia per il mercato settimanale che per la percorrenza della strada comunale notano l’abbandono, ci siamo attivati inviando una lettera al Sindaco protocollata in data 18/03/2011, chiedendo di conoscere se e quando i lavori saranno ultimati ed i cittadini potranno usufruire del bene pubblico, considerato che ormai sono passati quasi due anni.
Attenti come sempre alle problematiche ambientali ed al bene e diritto dei cittadini, vi informeremo della risposta che il sig. Sindaco certamente ci darà, non a noi come forza politica ma ai cittadini di Roccella.
Destra Sociale – Fiamma Tricolore
Roccella Jonica

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giovedì 17 marzo 2011

OBBLIGATORIETA' ALBO PRETORIO ON LINE

La Fiamma Tricolore invita S.E. il Prefetto ad intervenire quale garante della legalità e trasparenza.
Nonostante i nostri reiterati tentativi per far funzionare meglio la macchina amministrativa, il Comune di Roccella Jonica appare indifferente ed apatico ad applicare i dispositivi di Legge.
Sappiamo tutti che, dal primo gennaio 2011, è divenuto obbligatorio l’Albo Pretorio on line nel quale, ogni Comune, deve pubblicare i propri atti deliberativi.
Tutto ciò voluto dal governo Berlusconi che, con Legge 69/2009, "Disposizioni per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività nonché in materia di processo civile" ha inteso rendere il più trasparente possibile le attività amministrative.
Nonostante ciò il nostro Comune non ha inteso applicare il dispositivo, con il risultato che tutte le deliberazioni fatte dal primo gennaio 2011 e non pubblicate on line non produrrebbero effetti e, quindi, sarebbero annullabili.
Immaginiamo l’enorme contenzioso che ciò potrebbe determinare e le ricadute negative sulle casse comunali. D’altro canto, un esempio eclatante di cattiva amministrazione l’abbiamo dovuta registrare sia per quanto concerne le multe selvagge dell’estate scorsa (circa 1900), che le richieste di pagamento dell’ICI 2005, che potrebbero rivelarsi un pericolosissimo boomerang.
Ma, ritornando alle delibere non pubblicate on line, abbiamo interessato della questione il Prefetto di Reggio Calabria che, quale garante della legalità e della trasparenza degli atti che i Comuni producono, sarà certamente attento alla questione e, siamo certi, interverrà immediatamente per far cessare questo stato di cose.
Destra Sociale – Fiamma Tricolore
Roccella Jonica

martedì 15 marzo 2011

CARNEVALE MORTO



E meno male che, a denti stretti, ci sono ancora gli Scout Nautici “Sirio” a organizzare “la mascherina” all’Oratorio, altrimenti il carnevale a Roccella sarebbe passato inosservato. Sull’assenza di manifestazioni per la festa dei nostri bambini ci sono due scuole di pensiero: una che addita le associazioni come responsabili di mancanza di iniziativa, la seconda reputa le colpe all’amministrazione che, a differenza di altri appuntamenti (Estate e Natale), non convoca neanche le associazioni per concordare eventuali manifestazioni da proporre.

Fatto sta che è davvero un peccato che Roccella, che ha una storia e delle tradizioni in merito alle rote carnevalesche molto antiche, non sa, invece, proporre nulla, non è in grado di far rivivere quel gran chiasso di gioia che i nostri nonni ci raccontano quando in tante viuzze di Roccella venivano rappresentate le simpaticissime scenette dei “rotari”. La cosa che fa ancor di più rammaricare è che abbiamo delle grosse risorse nel nostro paese, singoli talenti ma anche associazioni, che nutrono la passione di custodire queste tradizioni: L’associazione “Roccella com’era “, pensate, ha nel suo archivio tutti i testi dei più famosi rotari roccellesi (Carlino e u Cimbalu), mentre la poetessa Teresa Scali se n’è inventate delle nuove davvero curiose e divertenti.

E vi assicuro che non mancherebbe neanche il fattore umano, cioè i personaggi che in qualche mese avrebbero saputo imparare a perfezione i testi delle rote e far divertire grandi e piccini in quella che è l’unica vera tradizione di carnevale di Roccella.
Vita dura, dunque, per noi nostalgici, proseliti della tesi che è conoscendo il passato che si costruisce il futuro. Noi che il martedì grasso allestivamo un pupazzo di pezza, lo mettevamo su una barella e giravamo in lungo e in largo il paese, piangendo e disperandoci per la morte del nostro caro congiunto Carnevale e con il corteo che si esauriva in spiaggia dove, fra gli schiamazzi di tutta la compagnia, “cremavamo” il defunto Carnevale davanti ad altri centinaia di bambini che nel frattempo si erano aggiunti all’accompagnamento.
Qualche tentativo di far resistere il “rito” del martedi grasso è stato fatto, fino a qualche anno addietro, dalla compagnia di Sina Scali; era il tempo in cui ancora la domenica sera (proprio nel giorno di Carnevale) Radio Roccella animava in maniera molto efficace la piazza per un gioioso ballo in maschera per grandi e bambini.
Anche quest’anno, a quanto mi risulta, c’è stata un’associazione culturale che ha proposto un elaborato progetto di animazione in piazza, ma non mi è dato sapere il perché poi la manifestazione non si è concretizzata.

Il Carnevale ormai è andato, sicuramente recupereremo terreno per la Pasqua visto che è già in preparazione la nuova “Via Crucis vivente” diretta magistralmente da Enzo Scali con la partecipazione di oltre 30 personaggi. E poi la tradizionale “Confrontata” voluta dalla sempreverde Confraternita di San Giuseppe.

Se il carnevale è stato morto, a Pasqua speriamo di risorgere!

sabato 12 marzo 2011

GIUSTIZIA E' FATTA! SCONFITTA LA PREPOTENZA DI ZITO! ANNULLATA DAL T.A.R. DI REGGIO CALABRIA LA GESTIONE DEL PORTO ALLA SOCIETA' "PORTO DELLE GRAZIE"

Con sentenza dell'11 marzo 2011 il TAR di Reggio Calabria si è espresso in merito al ricorso 296 del 2010 ed ha annullato il provvedimento del Ministero dei Trasporti dell'8 marzo 2010 con il quale veniva affidata la gestione dei servizi del Porto alla società "Porto delle Grazie", accogliendo quindi il ricorso delle società Nautic Service, Camastra Petroli e Gulli "rimettendo l'affare al Comune di Roccella Jonica, organo competente a provvedere".

Di seguito pubblico l'intera sentenza visibile sul sito del TAR di Reggio Calabria digitando anno 2010 numero 296.

N. 00170/2011 REG.PROV.COLL.

N. 00296/2010 REG.RIC.



REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Tribunale Amministrativo Regionale per la Calabria

Sezione Staccata di Reggio Calabria

ha pronunciato la presente

SENTENZA

sul ricorso numero di registro generale 296 del 2010, proposto da:
Nautic Service di Mandarano Mauro, rappresentato e difeso dagli avv. Angelo Clarizia, Vincenzo Colalillo, Giacomo Papa, con domicilio eletto presso Natale Carbone Avv. in Reggio Calabria, via Possidonea, 46/B; Camastra Petroli S.r.l., Compagnia Portuale "T.Gullì" S.r.l.;


contro

Ministero Trasporti, Capitaneria di Porto di Reggio Calabria, Ministero dell'Interno, Agenzia del Demanio di Reggio Calabria, U.T.G. - Prefettura di Reggio Calabria, rappresentati e difesi dall'Avvocatura Distrettuale dello Stato di Reggio Calabria, domiciliata per legge in Reggio Calabria, via del Plebiscito, 15;
Regione Calabria, rappresentato e difeso dall'Benito Spanti, domiciliata per legge in Reggio Calabria, via D. Tripepi, 92;
Comune di Roccella Ionica, rappresentato e difeso dall'avv. Giuseppe Barone Avv.Prof., con domicilio eletto presso Segreteria T.A.R. in Reggio Calabria, viale Amendola, 8/B;
Provincia di Reggio Calabria non costituita in giudizio.


nei confronti di

Porto delle Grazie S.r.l. rappresentato e difeso dagli avv. Nicola Adragna, Alessandro Zampone, con domicilio eletto presso Pasquale Melissari Avv. in Reggio Calabria, via Venezia, 4/A;


per l'annullamento

del provvedimento del Ministero dei Trasporti dell'8 marzo 2010 con il quale si è provveduto ad assentire la concessione demaniale per la gestione delle infrastrutture portuali e dei servizi complementari alla Nautica da diporto di Roccella Jonica alla Porto delle Grazie S.r.l. e si è rigettata l'istanza delle ricorrenti; di tutti gli atti preordinati, compreso il provvedimento del 2.9.2009 contenente i motivi ostativi del rilascio della concessione a favore degli odierni ricorrenti, le determinazioni e i pareri assunti nella conferenza dei servizi di cui al verbale del 6-7 agosto 2007, la nota della Capitaneria di Porto del 18.7.2007, prot. 06.07/13032, le determinazioni e i pareri assunti nella conferenza dei servizi di cui al verbale del 18.7.2006, le determinazioni e i pareri assunti nella conferenza dei servizi di cui al verbale del 20.4.2006, la nota n. 3146 dell'8 marzo 1006 dell'Avvocatura Distrettuale dello Stato di Reggio Calabria, la nota fax della Capitaneria di Porto prot. n. 17107 del 30.9.2005, con relativo bando, nonchè tutti gli atti di ammissione alla procedura per cui è causa della ditta controinteressata, tutti gli atti istruttori, pareri e relazioni tecniche.




Visti il ricorso e i relativi allegati;

Visti gli atti di costituzione in giudizio di Ministero Trasporti, di Capitaneria di Porto di Reggio Calabria, di Agenzia del Demanio di Reggio Calabria, di U.T.G. - Prefettura di Reggio Calabria, di Regione Calabria, di Comune di Roccella Ionica e di Porto delle Grazie S.r.l.;

Viste le memorie difensive;

Visti tutti gli atti della causa;

Relatore nell'udienza pubblica del giorno 23 febbraio 2011 il dott. Giulio Veltri e uditi per le parti i difensori come specificato nel verbale;

Ritenuto e considerato in fatto e diritto quanto segue.




FATTO e DIRITTO

La vicenda portata all’attenzione del collegio è strettamente connessa ad una controversia già decisa dal Tribunale con sentenza n. 100/2009. L’atto impugnato costituisce, in particolare, riedizione del potere già esercitato e valutato nell’ambito di quel procedimento contenzioso, talchè sia l’amministrazione nel provvedimento, che le parti nei relativi atti processuali, compiono continui riferimenti alla sentenza citata, indicandola quale punto fermo della vicenda.

E’ dunque necessario partire da quest’ultima, dalla ricostruzione dei fatti pregressi nella stessa riportata, e dalle statuizioni finali in ordine alla legittimità degli atti in quella sede impugnati, per innestarvi successivamente la valutazione della nuova azione amministrativa.

A) Questi i fatti pregressi:

1.Con bando pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale Comunità Europee il 30.9.05 il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti indiceva una procedura aperta per la concessione demaniale marittima di durata trentennale (non in appalto), finalizzata alla gestione delle infrastrutture portuali e dei relativi servizi dedicati alla nautica da diporto del “Porto delle Grazie” di Roccella Ionica.

Partecipava la Nautic Service srl (odierna ricorrente), impresa privata che allegava alla domanda di concessione le dichiarazioni sostitutive rese dai rappresentanti legali della T. Gulli srl e della Camastra Petroli srl (imprese originariamente richiedenti la concessione in proprio), attestanti l’impegno, in caso di affidamento della concessione, di costituirsi in apposita società di capitali per la gestione della struttura e del servizio affidato. In tale ottica, i predetti rappresentanti legali dichiaravano che le istanze in precedenza presentate avrebbero dovuto essere considerate parte integrante della istanza presentata dalla Nautic service.

Presentava altresì domanda di partecipazione, la Porto delle Grazie srl, società costituita dal Comune di Roccella e dalla Italia Navigando spa, società a sua volta costituita da Sviluppo Italia spa, interamente partecipata dal Ministero dell’Economia.

L’iter procedimentale e istruttorio - compendiato nel verbale della conferenza di servizi del 6-7.8-07 - era piuttosto complesso e articolato, caratterizzandosi per la indizione di varie conferenze di servizi finalizzate all’acquisizione dei pareri delle varie amministrazioni interessate. Nel corso del procedimento si provvedeva ad accertare tra l’altro lo stato dei luoghi del porto di Roccella, essendosi rilevata la difformità tra questo ed i dati catastali.

Il Ministero, nell’ambito del medesimo procedimento, effettuava una prima valutazione di ogni domanda di concessione, respingendole tutte ad eccezione di quella delle odierne ricorrenti (che avevano formulato domanda congiunta) e della controinteressata. Indi procedeva ad una valutazione comparativa tra le due concorrenti, individuando nella Porto delle Grazie srl la miglior candidata. Con lo stesso provvedimento, inoltre, comunicava preavviso di rigetto alle odierne ricorrenti. La Nautic service formulava osservazioni, ma le stesse erano respinte con provvedimento del 30.11.07, con il quale era confermata la scelta già effettuata.

Impugnato l’atto finale, si incardinava il giudizio nel quale, tra l’altro, il controinteressato proponeva ricorso incidentale.

Il Tribunale a mezzo della sentenza in premessa citata, esaminate le questioni preliminari (sulle quali non può che farsi rinvio), accoglieva per quanto di ragione sia il ricorso principale che quello incidentale così statuendo:

a) Quanto al ricorso principale ed in particolare in relazione alla censura avente ad oggetto l’illogicità e l’incongruenza della motivazione il Tribunale, rilevato che l’amministrazione aveva proceduto ad un giudizio comparativo assumendo quali pesi di valutazione quelli indicati nella conferenza di servizio del 6 e 7 agosto 2007 e precisamente: 1. la durata di lungo periodo della concessione; 2. l’assoluta affidabilità del concessionario in termini di solvibilità, di esperienza e di management; 3. la maggiore dimensione quantitativa del patrimonio demaniale richiesto in concessione; 4. la capacità da parte del concessionario di contribuire concretamente allo sviluppo economico ed al miglioramento della qualità della vita dell’area, nel quadro del più rilevante interesse pubblico - riteneva che il requisito del patrimonio aziendale complessivo delle tre richiedenti – ben maggiore rispetto a quello della Porto delle Grazie srl- , che avevano presentato un impegno formale a costituirsi in società, non fosse stato neppure valutato; che non fossero stati valutati con riferimento ad altro parametro (quello della capacità manageriale), i requisiti dei partner della Nautic Service srl diversamente da quanto fatto per la Società Italia Navigando, socia della controinteressata; che non fossero state approfondite le considerazioni svolte dalla Nautic service in ordine ai risultati imprenditoriali non brillanti del socio di maggioranza del Porto delle Grazie srl; che non fossero state approfondite e valutate le considerazioni svolte dalla Nautic service in ordine alla mano d’opera impiegata a regime (in realtà maggiore di quella prevista dalla contro interessata);

b) Quanto al ricorso incidentale:

Riteneva carente l’istruttoria - e di conseguenza viziata la motivazione - del provvedimento di scelta, per non aver analizzato le implicazioni sull’affidabilità del piano finanziario e dei programmi di investimento derivanti dall’estensione della domanda a beni non ricompresi nell’oggetto della concessione demaniale.

Concludeva annullando i provvedimenti impugnati e precisando che “trattandosi di valutazione ampiamente discrezionale, la rilevata illegittimità non può condurre, come auspicato nel corpo di ciascun ricorso, a determinare automaticamente il rigetto della domanda della controparte, ma esclusivamente a ripetere la valutazione delle istanze, tenendo conto dei profili di illogicità evidenziati dal Collegio, restando a questo precluso di entrare nel merito dell’azione amministrativa”.

B) A seguito della pubblicazione della sentenza e del mancato accoglimento dell’istanza di inibitoria proposta dal società Porto delle Grazie srl in sede di gravame, l’amministrazione, rilevato espressamente l’obbligo di dover dare esecuzione alla sentenza e, pertanto, di dover procedere nuovamente alla comparazione tra la Nautica Service e la Porto delle Grazie srl, ha nuovamente esaminato gli atti istruttori alla luce dei principi e dei criteri indicati dal Tribunale, giungendo nuovamente alle medesime conclusioni circa la maggior meritevolezza della Porto Grazie srl e dunque disponendo che la concessione demaniale fosse assentita a quest’ultima e contestualmente negata alla Nautica service (contestualmente assegnando a quest’ultima giorni 10 per controdedurre). Disattese le osservazioni tempestivamente prodotte da quest’ultima, il Ministero ha emanato provvedimento definitivo di identico tenore, in data 18/3/2010.

Quest’ultimo è ora impugnato dal gruppo degli aspiranti concessionari pretermessi che ne contestano nuovamente la legittimità per i motivi che seguono:

1) Violazione e falsa applicazione degli artt. 36 e 37 del codice della navigazione, dell’art. 97 della Costituzione, nonché degli artt. 3 e 10 bis della legge 241/90 – Eccesso di potere sotto vari profili.

Sarebbero stati elusi i principi affermati dal Tribunale nella sentenza n. 100/2009. In particolare, l’amministrazione, pur avendo ammesso la domanda congiuntamente avanzata dalla gruppo delle imprese private, continuerebbe a discriminarle in sede di valutazione comparativa in ragione della presunta inaffidabilità derivante proprio dall’essere, il gruppo, non ancora formalmente costituito; l’amministrazione inoltre, pur riconoscendo che il patrimonio complessivo delle tre ricorrenti è maggiore rispetto a quello della controinteressata, assegnerebbe una valenza dirimenti alla solvibilità del Comune di Roccella (ente esponenziale, socio della Porto delle Grazie srl), con ciò, tra l’altro, finendo per modificare gli stessi criteri di valutazione che invece imponevano la valutabilità del solo patrimonio delle concorrenti (e non dei rispettivi soci); l’amministrazione ancora una volta non avrebbe preso atto della gestione economicamente non retributiva delle pregresse esperienze di Italia Navigando e non avrebbe spiegato le ragioni che l’hanno indotta a ritenere siffatto elemento meno significativo della mancanza specifica esperienza di gestione da parte del gruppo delle ricorrenti (specializzate in singoli settori, ma non nella gestione dell’intera struttura); l’amministrazione, ancora, non avrebbe preso in considerazione le previsioni progettuali migliorative proposte da Nautic service (realizzazione di una torre di avvistamento); infine, non avrebbe analiticamente ed adeguatamente soppesato le implicazioni in punto di affidabilità dell’offerta derivanti dall’estensione della stessa ad aree non ricomprese nella concessione; in ogni caso l’amministrazione non avrebbe fornito reale riscontro alle deduzioni avanzate dai ricorrente a seguito del preavviso di rigetto;

2) Violazione e falsa applicazione dell’art. 37 del codice della navigazione, dell’art. 18 della legge n. 84/94, dell’art. 97 cost., della direttiva 2004/18/CE e dei principi comunitari e costituzionali in materia di procedure ad evidenza pubblica. Eccesso di potere sotto vari profili.

Sarebbe in particolare violato l’art. 37 del cod. nav. che impone, qualora non ricorrano le ragioni di preferenza, ivi tassativamente indicate, di procedere a licitazione privata. Nel caso di specie l’amministrazione anziché procedere a licitazione avrebbe fatto una gara sulla base dei criteri di preferenza. La circostanza sarebbe resa vieppiù grave dalla partecipazione del Sindaco del Comune di Roccella (al contempo socio della Porto delle Grazie srl) alla conferenza di servizi nella quale si provveduto all’individuazione dei criteri suddetti;

3) Nullità dell’atto ex art. 21 septies della legge 241/90 e/o incompetenza del Ministero ex d.lgs n. 112/2008 e legge regionale Calabria n. 17/05.

La competenza a rilasciare concessione per il Porto di Roccella sarebbe stata trasferita alla Regione, così come del resto affermato dallo stesso Ministero, e la sentenza del Tribunale non sarebbe idonea a mutare l’assetto di legge.

Si è costituito in giudizio il controinteressato, il quale preliminarmente eccepisce l’inammissibilità del ricorso, dovendosi considerare le censure, a mezzo dello stesso proposte, come strumentalmente tendenti ad ottenere una nuova valutazione da parte del Tribunale sulla medesima fattispecie già decisa e ad oggi pendente in sede di appello; nel merito contesta puntualmente quanto dedotto dal ricorrente; infine, quanto al terzo motivo di impugnazione relativo ai profili di competenza rileva, ribadendo quanto già affermato dall’amministrazione in seno al provvedimento impugnato, che la competenza a provvedere si incardinerebbe “in virtù dell’ordinario continuum funzionale che necessariamente deve intercorrere tra lo iussum giudiziale e le conseguenze conformative risolventesi nella riedizione del potere, secondo l’assetto delineato dal comando del Giudice amministrativo”.

Anche il Ministero delle Infrastrutture ritualmente costituitosi insiste per l’inammissibilità del ricorso.

Si sono inoltre costituiti il Comune di Roccella Ionica e la Regione Calabria: il primo insiste per il rigetto del ricorso evidenziando la congruenza e l’esaustività della motivazione del provvedimento impugnato, la seconda deduce di non essere passivamente legittimata non avendo avuto alcun ruolo attivo nella vicenda amministrativa.

In vista dell’udienza di merito le parti hanno scambiato memorie di replica illustrando ulteriormente le rispettive tesi.

All’udienza del 23 febbraio 2011, la causa è stata trattenuta per la decisione.

1. Dev’essere disattesa l’eccezione di inammissibilità del gravame.

E’ pur vero che in occasione della pronuncia demolitoria ed in vista della successiva riedizione del potere, il Tribunale ha indicato i principi da seguire al contempo precisando i vincoli ed i limiti dell’effetto conformativo derivante dalla statuizione giudiziale, ma ciò non toglie che l’amministrazione abbia riesaminato le risultanze istruttorie giungendo a nuove e più articolate valutazioni sebbene coincidenti nel loro esito finale.

In un caso siffatto si può ragionevolmente dubitare dell’ammissibilità delle censure che attengono alle fasi preliminari della procedura (indizione della gara, ammissione, conferenza di servizi) già scrutinate dal Tribunale nel pregresso giudizio, atteso che l’amministrazione si è limitata a riattivare il procedimento, utilizzando le oggettive risultanze istruttorie già acquisite ed incidendo esclusivamente sul segmento decisorio a mezzo di rinnovate valutazioni. Diversamente deve però concludersi per queste ultime, che consacrate nel provvedimento finale conservano la loro autonomia, rappresentando un nuovo esercizio di quel potere che aveva già prodotto un provvedimento, annullato perché insanabilmente viziato.

Il potere è lo stesso così come il procedimento. Ciò che muta è invece il provvedimento finale, non foss’altro che in ragione della pregressa eliminazione con efficacia ex tunc di quello precedente. Di conseguenza, solo le censure indirizzate al procedimento e non all’atto sono da considerarsi inammissibili.

2. Esclusa l’inammissibilità in radice del gravame, il collegio non può tuttavia direttamente passare allo scrutinio delle censure spiegate a mezzo dei due primi motivi di ricorso.

Nonostante la prospettazione delle parti, infatti, la censura relativa al vizio di incompetenza deve essere valutata con priorità rispetto alle altre. La giurisprudenza ha chiarito che ciò è necessario, poiché altrimenti la valutazione del merito della controversia si risolverebbe in un giudizio meramente ipotetico sull'ulteriore attività amministrativa dell'organo competente cui spetta l'effettiva valutazione della vicenda, evidenziando vieppiù, che ciò lederebbe il principio del contraddittorio rispetto all'organo competente, formandosi la regola di condotta giudiziale senza che quest’ultimo abbia partecipato al giudizio (Cfr.Consiglio Stato, sez. V, 12 giugno 2009, n. 3765).

2.1. Il ricorrente sostiene che la competenza al rilascio della concessione in relazione al Porto di Rocella era ed è della Regione Calabria. L’affermazione non è a ben vedere contestata, né dall’amministrazione né dai controinteressati.

Il quadro normativo di riferimento è abbastanza chiaro ed è la stessa amministrazione a ricostruirlo correttamente, anche se non esaustivamente, nella nota n. 3521 del 16 marzo 2010, con la quale essa trasmette il fascicolo alla Regione Calabria ai fini della concreta emanazione dell’atto concessorio: già la legge 112/98 in forza dell’art. 105, così come modificato dall’art. 9, della legge 16 marzo 2001, n. 88 aveva conferito alle regioni, con decorrenza dall’1 gennaio 2002, le funzioni relative al “rilascio di concessioni di beni del demanio della navigazione interna, del demanio marittimo e di zone del mare territoriale per finalità diverse da quelle di approvvigionamento di fonti di energia”, avendo cura di specificare che il conferimento non operava esclusivamente nei porti finalizzati alla difesa militare ed alla sicurezza dello Stato e nei porti di rilevanza economica internazionale e nazionale, nonché nelle aree di preminente interesse nazionale individuate con il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 21 dicembre 1995. Intervenuta la riforma del titolo V della Costituzione, la Corte costituzionale ha poi chiarito a più riprese che nel nuovo sistema di riparto delle competenze, la materia del turismo deve attualmente considerarsi di competenza legislativa residuale, e dunque piena, delle Regioni, non potendosi più attribuirsi attuale valenza all'inserimento dei porti turistici e commerciali, di rilevanza economica regionale ed interregionale, nel D.P.C.M. 21 dicembre 1995, impregiudicata restando la possibilità che siano le stesse Regioni interessate, in ossequio al principio di leale collaborazione, a riconoscere a taluni porti quel carattere di rilevanza economica internazionale o di preminente interesse nazionale che sia idoneo a giustificare la competenza legislativa ed amministrativa dello Stato sul porto stesso e sulle connesse aree portuali (Corte costituzionale, 17 dicembre 2008, n. 412).

Dunque la titolarità della funzione è senz’altro in capo alla Regione.

Nel caso della Regione Calabria, essa tuttavia è stata delegata ai Comuni.

La legge regionale Calabria 21/12/2005 n.17 recante “norme per l’esercizio della delega di funzioni amministrative sulle aree del demanio marittimo” all’art. 4 prevede infatti che per l’attuazione delle finalità di cui alla presente legge (turistico - ricreative), “la Regione conferisce ai Comuni le funzioni per l’attività amministrativa inerenti….. il rilascio, rinnovo, modificazione e revoca delle concessioni relative ai porti di interesse regionale di cui all’articolo 9 della legge n. 88/2001”, mentre conserva le funzioni in materia di “pianificazione del sistema portuale regionale” e di “monitoraggio delle opere” (Cfr. art 3 l. 17/2005)

In conclusione, la competenza in ordine al procedimento di rilascio della concessione demaniale per la gestione della struttura portuale non è dello Stato ma della Regione Calabria, che con legge regionale 17/2005 ne ha delegato stabilmente l’esercizio ai Comuni, dettando a tal fine le necessarie linee guida a mezzo del Piano di Indirizzo Regionale (PIR) pubbl. sul BURC del 14 luglio 2007.

2.2. Chiarito il profilo della competenza nei suoi aspetti generali, occorre ora esaminare le argomentazioni spese dal controinteressato per depotenziare la censura. Segnatamente, secondo il controinteressato ed ancor prima secondo quanto espressamente affermato dall’amministrazione nella nota n. 3521 del 16 marzo 2010, la competenza all’emanazione dell’atto conclusivo della procedura di scelta del concessionario resterebbe radicata nell’amministrazione dello Stato “in virtù dell’ordinario continuum funzionale che necessariamente deve intercorrere tra lo iussum giudiziale e le conseguenze conformative risolventesi nella riedizione del potere, secondo l’assetto delineato dal comando del Giudice amministrativo”.

L’argomento, per quanto suggestivo, non può essere condiviso. Il Tribunale con la sentenza n. 100/2009 si è limitato ad annullare l’atto conclusivo del procedimento di scelta del concessionario per motivi relativi all’illogicità ed incongruenza della motivazione, al contempo chiarendo, in ambito motivazionale, la portata ed i limiti dell’effetto conformativo. Non ha affrontato la questione della competenza e, soprattutto, non ha individuato una specifica Autorità quale competente, limitandosi a dettare principi ai fini della riedizione del potere già illegittimamente esercitato.

La parentesi giudiziaria pregressa non può dunque attribuire o radicare nello Stato una competenza che l’ordinamento ha escluso avendola affidata ad altri soggetti. Né può sostenersi che essendo stato il procedimento condotto dallo Stato e dallo stesso concluso, ed avendo la sentenza intaccato il segmento decisionale finale e non quelli precedenti, debba essere la stessa autorità che ha validamente iniziato il procedimento a validamente concluderlo. Ciò non è vero non solo perché già al momento della pubblicazione del bando la competenza era da ritenersi attribuita alle Regioni, ma soprattutto perché, in assenza di norme transitorie che disciplinino le sorti dei procedimenti in itinere per i quali è ex lege mutata la competenza, quest’ultima non può che radicarsi nell’autorità cui l’ordinamento attribuisce l’emanazione dell’atto finale, con eventuale salvezza degli adempimenti procedimentali curati dall’organo illo tempore competente. Sostenere, in assenza di espressa previsione, una sorta di perpetuatio competentiae in capo all’organo originario per i procedimenti già avviati significherebbe consentire l’emanazione di un atto ad un organo privo del potere di farlo, con conseguente e netta violazione del principio di legalità.

Il terzo motivo di ricorso deve in conclusione essere accolto con conseguente annullamento dell’atto impugnato.

3. Quanto alle rimanenti censure, seppur deve rilevarsi che l’art. 34 c.p.a. non ha riproposto il contenuto dell’art. 26 legge TAR in forza del quale il giudice “se accoglie il ricorso per motivi di incompetenza, annulla l'atto e rimette l'affare all'autorità competente”, è ragionevole ritenere che la modifica abbia escluso l’obbligo di esclusiva rimessione, ma non abbia anche imposto al giudice, sempre e comunque, l’esame delle altre censure di merito. Piuttosto questo è uno dei casi in cui la valutazione se trattare o meno le dette censure non può che rimanere in capo al giudice, che la modula in relazione alle natura delle censure, oltre che, ovviamente, del potere da esercitare.

Nel caso di specie, trattasi senza dubbio di un potere il cui esercizio implica una certa opinabilità valutativa e di censure che investono proprio la correttezza e la logicità di quelle valutazioni. Pronunciare su tali aspetti, all’esito di un processo in cui non è presente l’organo competente e nell’incertezza di quale sia la potenziale valutazione di quest’ultimo rispetto alle risultanze istruttorie, significherebbe invadere la sfera di attribuzione ad esso riservata.

Annullati gli atti, l’affare deve dunque essere rimesso al Comune di Roccella Ionica, quale autorità competente per il rilascio della concessione.

Avuto riguardo alla complessità ed alla peculiarità della vicenda, sussistono giusti motivi per compensare tra le parti le spese del giudizio.

P.Q.M.

Il Tribunale Amministrativo Regionale per la Calabria Sezione Staccata di Reggio Calabria

definitivamente pronunciando sul ricorso, come in epigrafe proposto, lo accoglie e, per l’effetto, annulla gli atti impugnati, nei modi di cui in motivazione, e rimette l’affare al Comune di Roccella Ionica, autorità competente a provvedere.

Spese compensate.

Ordina che la presente sentenza sia eseguita dall'autorità amministrativa.

Così deciso in Reggio Calabria nella camera di consiglio del giorno 23 febbraio 2011 con l'intervento dei magistrati:



Ettore Leotta, Presidente

Giuseppe Caruso, Consigliere

Giulio Veltri, Referendario, Estensore







L'ESTENSORE IL PRESIDENTE






DEPOSITATA IN SEGRETERIA

Il 11/03/2011

IL SEGRETARIO

(Art. 89, co. 3, cod. proc. amm.)

giovedì 3 marzo 2011

DIVERSI PULMANN PARTIRANNO DALLA LOCRIDE PER POTENZA IN OCCASIONE DELLA XVI GIORNATA DELLA MEMORIA DELLE VITTIME DELLE MAFIE


Dal 1995 ogni 21 marzo si celebra la Giornata della Memoria e dell'Impegno per ricordare le vittime innocenti di tutte le mafie. Il 21 marzo, primo giorno di primavera, è il simbolo della speranza che si rinnova ed è anche occasione di incontro con i familiari delle vittime che in Libera hanno trovato la forza di risorgere dal loro dramma, elaborando il lutto per una ricerca di giustizia vera e profonda, trasformando il dolore in uno strumento concreto, non violento, di impegno e di azione di pace.

La XVI Giornata della Memoria e dell'Impegno in ricordo delle vittime delle mafie, si celebrerà in Basilicata, a Potenza, 19 marzo 2011.



Perchè a Potenza


La Basilicata non è terra di mafia.
Il punto è capire come in un territorio come questo la criminalità mafiosa abbia trovato degli agganci, pur non pervadendo al 100%.

Ci sono delle spie, dei fatti criminali, che ci rendono necessaria una riflessione sul tema mafie in Lucania.
Se volessimo sintetizzare gli ultimi cinquant'anni della storia della Basilicata, potremmo aiutarci immaginando tre fiumi paralleli.
La maggior parte di questa storia e cioè il fiume più importante, è fatta di gente comune, gente che lavora quotidianamente e fatica per la propria dignità.
Accanto a questo fiume, c'è invece la storia criminale. Sicuramente in Basilicata ci sono state influenze importanti da parte delle regioni a tradizionale presenza mafiosa. Ci sono alcune vicende attraverso le quali queste influenze si vedono più chiaramente. In molti casi questo fiume tocca il fiume della vita normale, perché i criminali si sono ambientati e spesso confusi tra la popolazione comune.
Ma ci sono dei dati incontrovertibili. In una regione da 600.000 abitanti, il fatto che ci siano 200 persone con sentenza passata in giudicato per associazione mafiosa, è un dato importante e non trascurabile.
Su base nazionale significherebbe avere 20.000 condanne definitive.
Se non c'è la mafia, sicuramente in Basilicata ci sono dei mafiosi.
La storia criminale di questa regione ha un momento di particolare importanza negli anni '70-80, quando nella zona del Metapontino prendono piede i clan Scarcia, Bozza, Modeo. In arrivo dalla vicina Puglia, trovano facile radicamento in Basilicata con alcuni piccoli gruppi autoctoni, come i Gallitelli di Bernalda.
I criminali locali con queste alleanze hanno fatto il salto di qualità, imparando ad esempio dai Maisano e dai Siderno, provenienti della Calabria.
Queste alleanze si sono realizzate per affari criminali da portare avanti sul territorio della Basilicata, in particolare nella zona di confine del metapontino, luogo necessario di passaggio di armi e droga, tra la Calabria e la Puglia.
La statale jonica negli anni '90 era l'autostrada che dalla Calabria faceva passare le armi in Basilicata, per farle arrivare in Puglia, da dove attraverso l'Adriatico si alimentava la guerra dei Balcani.
Ricordiamo alcuni fatti e alcuni nomi eccellenti.
Sicuramente il clan Zito-D'Elia, operante a Montescaglioso in provincia di Matera: molti ricordano quando ci fu la strage del 15 maggio del 1991. Davanti a una pizzeria furono uccise quattro persone che stavano festeggiando la scarcerazione di un boss e furono per ciò punite da parte del clan rivale. Se la stessa cosa fosse successa a Locri se ne sarebbe parlato molto di più.
Craco, sempre in provincia di Matera e in quello stesso periodo, fu messa sotto i riflettori di un laboratorio antimafia di Milano perché si verificò una cosa incredibile: un paese intero sotto racket. Un gruppo di delinquenti locali decise di chiedere il pizzo ai pensionati del posto, con ciò evolvendo il fenomeno del racket e diffondendolo a macchia d'olio su quel territorio.
In pochi sanno che negli anni in cui si prendeva coscienza della strategia stragista di Cosa Nostra, dopo il 1992, qualcuno pensò di mettere nei sassi di Matera un'autobomba. Non si è mai capitò perché non sia mai esplosa, se per errore o per mancata volontà. Era il 1993.
In provincia di Potenza, negli anni '80 don Raffaele Cutolo andò a trascorrere parte della latitanza nel volture melfese: lui si portò dietro un paio di scagnozzi e questi cominciarono a diffondere i "valori" della camorra nella zona, attraendo dei gruppi di delinquenti che cercavano di fare il salto di qualità, tra questi i Delli Gatti e Petrilli che hanno imperversato negli anni '90.
Erano gruppi preesistenti, che sono cresciuti "grazie" al confronto con i clan della camorra.
Così accade in tutte le regioni in cui le mafie arrivano o perché arrivano i latitanti, o perché arrivano gli affari o perché i boss vengono mandati al soggiorno obbligato in alcuni territori (questo avveniva fino agli anni '90, a partire dalla fine degli abb)
Due su tutti, Calogero Vizzini, un capo della mafia siciliana a partire dagli anni '30: Vizzini è il tramite tra mafia e alleati durante lo sbarco. E' mandato al confino a Tricarico (MT) e qui sicuramente ha lasciato il segno e ha seminato criminalità.
Allo stesso modo Tano Badalamenti è mandato in soggiorno obbligato a Carciano (MT) negli anni '70: anche in questo caso ci furono molte visite al boss, che non lesinava di dare lezioni di criminalità. Nello stesso periodo di Badalamenti c'era anche Bagarella in soggiorno obbligato, nello medesimo paese. Inevitabile dunque pensare a incontri e affari portati avanti, nonostante la misura di prevenzione.
Negli anni '80 una buona sponda è data alla criminalità dal terremoto irpino: la ricostruzione ha attirato le mafie come mosche sul miele. I fondi messi a disposizione dal Governo sarebbero stati in parte spartiti tra le varie cosche, delle diverse mafie.
La seconda sponda fu data dalla Fiat, quando ci fu la notizia della nascita della fabbrica di Melfi. Ancora prima dell'inizio delle attività, le aziende dell'indotto furono taglieggiate.
Nelle guerre intrinseche ai clan, negli ultimi venticinque anni, ci sono stati 65 morti. Numeri piccoli? Si tratta di oltre due morti l'anno, un numero comunque considerevole e che è spia delle attività criminali che vengono portate avanti sul territorio lucano.
In questo periodo sono cresciuti i clan Cassotta, Delli Gatti, Petrilli, che sono tornati alla cronaca recentemente. Uno per volta negli ultimi anni sono stati uccisi, con esecuzioni tipiche del circuito mafioso.
Anche a Potenza c'è stata l'ascesa di alcuni boss e dei loro clan, come Renato Martorano, Giovanni Guaratino, Pio Abbano, Dorino Stefanutti. E' importante fare i nomi perché se no si dà sempre l'impressione di parlare in modo vago.
L'ascesa criminale di Renato Martorano (oggi al 41 bis) lo ha portato al più alto grado di rappresentanza della 'ndrangheta in Basilicata.
La sua crescita è dovuta all'omicidio consumato in via Mazzini di Francesco Sanoa: fu fatto passare per un omicidio di donne, ma in realtà lui era 'ndranghetista ed entrò in contrasto con Pietro Picierno (zi' pietro cravatta, perché faceva l'usuraio) legato alla camorra. Da qui ebbe origine l'omicidio che fece crescere il ruolo di Martorano, prima suo portaborse.
Altro importante criminale è Govanni Cosentino, detto Faccia d'angelo, affiliato ai Facchineri di Cittanova. Ad un certo punto ha un'idea formidabile: non farsi la guerra. Il suo motto è "Tanti corpi, un'anima sola", per unire le famiglie della regione, con il beneplacito della 'ndrangheta: è così che nasce la famiglia dei Basilischi.
Nel 2008 il Tribunale di Potenza condanna per 416bis il clan dei Basilischi: è un momento storico perché per la prima volta viene condannata un'organizzazione esclusivamente locale.
Visto che la terra di Basilicata è terra di passaggio, Cosentino vuole far pagare il pedaggio a chi vuole passare con traffici criminali: l'impresa gli riesce e si trova un accordo tra le diverse mafie.
Poi c'è il terzo fiume, che non è facile da collocare rispetto agli altri due. E' il fiume grigio, dove c'è una linea d'ombra che non si riesce a leggere.
Sono storie che ci fanno vedere mondi nascosti.
Una su tutte la storia di Elisa Claps, uccisa senza motivi criminali, ma la cui morte è stata manipolata da poteri forti, da un mondo che ha contatti con investimenti mafiosi anche senza averne frequentazioni quotidiane.
Allo stesso modo la storia di Luca e Marirosa, i due fidanzati di Policoro deceduti nel 1988. Una morte prima fatta passare per incidente domestico, poi manipolata anche con perizie false.
Altre storie sono quelle di Vincenzo De Mare (ucciso a Scanzano, probabilmente per il rifiuto di trasportare rifiuti tossici) e quella dei coniugi Gianfredi.
Si tratta di spie d'allarme da questo terzo fiume, fiume carsico e grigio, di più difficile interpretazione.
A partire da questi flash si capisce che in Basilicata esistono delle zone d'ombra sia relative alle mafie, sia relative alla massoneria e ai poteri occulti.
Per queste ragioni è importante accendere una luce su questi fatti, chiedendo verità e giustizia per tutti i fatti ancora non chiariti.

2 agosto 2020 - 2 agosto 2021: Un anno senza Ludovico

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2 Agosto 2020 - 2 Agosto 2021: un anno senza Ludovico. Il ricordo di Ludovico Lombardo ad un anno dalla sua tragica scomparsa. Sempre nel cuore dei tuoi amici e sempre nel cuore dei roccellesi.

JEU SUGNU CALABRISI - Sigla ufficiale Musica Etnosong 2019 Premio Mia Martini

La vera storia dei nostri emigranti che, per motivi di lavoro, sono stati "costretti" a lasciare la Terra in cerca di lavoro ma col cuore rivolto SEMPRE nell'estremo lembo della "nostra" Penisola: la CALABRIA!

ROCCELLA JONICA VISTA DA GERACE

ROCCELLA JONICA VISTA DA GERACE
Foto di Angelo Lagana'

DUE STRAORDINARI SCATTI DI ANGELO LAGANA'

Un Lungomare così, a Reggio, non si vedeva da tanti tanti anni. Le Frecce Tricolori hanno richiamato in città decine di migliaia di persone da tutte le province calabresi e da gran parte della Sicilia. La via Marina, completamente chiusa al traffico in occasione della seconda “domenica sostenibile”, s’è gremita di circa 100.000 persone che nel pomeriggio hanno assistito incantate allo spettacolo dell’Air Show “Scilla & Cariddi” con l’esibizione delle celebri Frecce Tricolore.

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VINCENZO MILANO CI REGALA L'ECLISSI SOLARE VISTA DAL CASTELLO

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Oggi 20 marzo, nonostante le nuvole, abbiamo potuto assistere, dalle nove e mezza fino alle undici, all'eclissi di sole. Qui da noi il sole, "coperto" dall'ombra della luna, si è oscurato soltanto per il 41%. La prossima eclissi parziale avverrà nel 2026 mentre per avere un'altra eclissi solare totale dovremmo "attendere" fino al 2081.
Questo straordinario evento è stato filmato dal videomaker Vincenzo Milano del Laboratorio DreamLab Studio di Roccella Jonica dalla postazione della Torre di Pizzofalcone. Un video, montato e musicato con grande sapienza, capace di trasmettere un brivido di emozione.

FESTIVAL JAZZ: DALLA GRANDE ILLUSIONE ALL'IMPIETOSA REALTA'

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Il regalo di Natale del M°. Angelo Laganà

OLTRAGGIO ALLA CITTA'

OLTRAGGIO ALLA CITTA'
OLTRAGGIO ALLA CITTA'. Foto di Angelo Laganà


ECCO PERCHE' POCO PIU' DI UN ANNO FA PESTAVA I PUGNI SUL TAVOLO DEL CONVENTO DEI MINIMI

ECCO PERCHE' POCO PIU' DI UN ANNO FA PESTAVA I PUGNI SUL TAVOLO DEL CONVENTO DEI MINIMI
Quale sindaco mai oltre a lui stesso o a chi per lui avrebbe consentito una liquidazione cosi rapida a suo favore? Un ulteriore una tantum prelevato da un fondo "segreto e nascosto". Cari elettori meditate...Dedicato a tutte quelle associazioni che partecipano alle riunioni con l'amministrazione la quale puntualmente ricorda pressappoco cosi: "Non chiedete soldi perchè non ce ne sono!"

I VINCITORI DI ROCCELLA ON YOUTUBE

Tre straordinari video sono saliti sul podio in questa 2° edizione del Concorso curato da Mariagrazia Curciarello. Tre video, diversi fra loro, che li accomuna solo la volontà di valorizzare al massimo le risorse naturalistiche di Roccella Jonica, obiettivo riuscito appieno grazie alle idee che hanno sbizzarrito la fantasia degli autori, ma anche del montaggio del video, agli "attori" e agli ambienti.
Meritato primo posto per l'invenzione "Scirobetta" dal nome dei due cortiggiani del re Carafa che nel caldo estivo roccellese ha trovato rinfresco solo con questa speciale bibita a base dei nostri limoni... Simpaticissimi e bravissimi davvero tutti i ragazzini-attori che hanno recitato nel video. Con questo video credo che si mostra per la prima volta l'interno del nostro castello in via di restauro in rete. 10 e lode a Francesco Cappelleri, complimenti vivissimi.
Solo un'idea cosi innovativa poteva battere il vincitore dello scorso anno. Alessandro Neumann, dopo il simpaticissimo "U Pirozzu" con cui ha trionfato nella prima edizione, ha girato il secondo atto che si chiama "U tarantozzu" ed è ancora una volta uno strepitoso successo. Le suggestive immagini dal basso dei passi di taranta, dimostrano l'estro e il talento dell'autore che conferma molti dei protagonisti-attori de "U Pirozzu, che diventano delle vere e proprie macchiette. Non vedo già l'ora di vedere la terza parte il prossimo anno...
Da museo il terzo video classificato girato e montato da due giovani, Antonio Dimasi e Felice Guarneri, con lo zampino dei reperti "storici" fotografici dell'archivio dell'associazione "Roccella com'era". "Fra i ricordi di un passato" è la storia di due bambini che, attraverso stupende immagini del passato di Roccella Jonica che sembrano animarsi grazie agli effetti speciali degli autori, raccontano la vita di 50 anni fa del loro paese e alla fine, oggi, si chiedono... "Chissà come sarà fra 50 anni?" Bellissima colonna sonora e un invito a tutti di guardarlo, agli adulti per fargli rivivere meravigliose emozioni e ricordi e ai giovani per fargli scoprire la semplicità insieme al sorriso genuino che c'era una volta. Da pelle d'oca...
E adesso non ci resta che... ammirarli.

1° classificato Roccella on youtube "A SCIRUBETTA" di Francesco Cappelleri.

2° classificato Roccella on youtube "U TARANTOZZU" di Alessandro Neumann

3° classificato "FRA I RICORDI DI UN PASSATO" di Antonio Dimasi e felice Guarneri